L’ANPI Provinciale di Bergamo e la Sezione “Giuseppe Sporchia” di Martinengo (BG) esprimono profonda indignazione: con apposita delibera del 19 luglio scorso, l’Amministrazione Comunale di Martinengo ha espresso il proprio rifiuto alla richiesta di patrocinio inoltrata dalla neonata Sezione locale dell’ANPI per la proiezione del documentario “Bella ciao – Song of rebellion”.
Secondo la Giunta Comunale, la proposta dell’ANPI avrebbe una «potenziale connotazione politica» e non può pertanto ricevere il riconoscimento né l’apprezzamento che il patrocinio assegna alle iniziative ritenute meritevoli.
Non siamo sorpresi perché questa decisione si colloca in un contesto di generale delegittimazione della Resistenza al nazifascismo, della sua storia, dei suoi valori e dei suoi simboli. Sempre più spesso – e l’Amministrazione Comunale di Martinengo non ha voluto essere da meno – si giustifica con il carattere divisivo della lotta partigiana una precisa scelta di campo che intende negare la radice antifascista della nostra Repubblica.
Di fronte alle argomentazioni addotte al rifiuto del patrocinio e a questi frequenti e subdoli tentativi di riscrivere una fase fondamentale del nostro passato, noi rivendichiamo proprio il valore politico della Resistenza e delle sue rappresentazioni culturali, tra le quali si annovera il canto popolare “Bella ciao”.
Se non siamo sorpresi, siamo però sconcertati e indignati: “Bella ciao” ha travalicato i confini del nostro Paese, trasformandosi in un inno di libertà globale. Lo hanno cantato i manifestanti statunitensi di Occupy Wall Street durante le proteste del 2011, è stato intonato in Turchia dai giovani di Istanbul e di tante altre città contro il governo oppressivo di Erdogan, se ne sono appropriati i curdi che tanto si sono battuti contro la piaga dell’Isis e del fondamentalismo islamico durante la guerra siriana. Ancor più recentemente, “Bella ciao” è stata scelta – in molte versioni diverse – come forma di resistenza da parte di alcuni soldati dell’Ucraina invasa dalla Russia di Putin, dalle donne iraniane che si ribellano alla intollerabile violenza subita dalle autorità religiosa del loro Paese, da chi si batte per la giustizia climatica. Ovunque si rivendichi l’estensione di diritti appannaggio dell’umanità intera, “Bella ciao” si rinnova e acquisisce significati inediti, trasformandosi in un patrimonio comune, in una sorta di filo che tiene unite storie di pace.
Un fenomeno di tale portata dovrebbe riempirci di orgoglio e spingerci una volta di più ad attribuire la dignità e la memoria che meritano a coloro i quali persero la vita sulle nostre montagne e nelle nostre città, lì dove nacquero l’esempio e lo stimolo per comporre “Bella ciao”. Non fare questo vuol dire situarsi al di fuori dal sistema di regole che il nostro Paese si è dato dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale e non avere la lungimiranza per leggere e interpretare i bisogni del mondo di oggi.
Più in piccolo, la decisione del Comune di Martinengo ci offende perché l’ANPI, da sempre e con sempre maggiore consapevolezza, contribuisce alla crescita delle comunità locali a Bergamo, nella sua provincia e in tutta Italia collaborando con enti e amministrazioni nella divulgazione di valori civici imprescindibili. Scegliere di divulgare le radici e la diffusione di “Bella ciao” in Italia e nel mondo avrebbe voluto dire rimarcare i valori di libertà, uguaglianza e democrazia scaturiti dalla lotta di Liberazione e sfociati nella nostra Costituzione, bussola di ogni azione di governo sia a livello nazionale sia nei territori. Spiace constatare che l’Amministrazione Comunale di Martinengo non si riconosca in questo impianto valoriale.
Mauro Magistrati
Presidente ANPI Provinciale di Bergamo
Ivano Diani
Presidente Sezione ANPI Martinengo
Bergamo, lì 12 agosto 2023